martedì 27 luglio 2010

CAPESANTE IN SALSA DI VANIGLIA E FUNGHI


Il primo che sento lamentarsi della vita da studente universitario, giuro che gli faccio ingoiare l'intero Cucchiaio d'argento...

Nonostante durante la vita universitaria abbia sempre lavoricchiato qui e là in estate, da quando sono una segretaria full time devo barcamenarmi tra capo e colleghi per riuscire ad accalappiarmi una settimanina-ina-ina di vacanze...badate bene, non mi sto lamentando del fatto che lavoro, lungi da me, soprattutto in un momento di magra come questo, ma per la prima volta in 25 anni mi ritrovo ad anelare le vacanze come non mai...In questo senso rimpiango i bei vecchi tempi in cui si partiva, valigia alla mano, senza fare conti o chiedere permessi, con zero pensieri e tanti sogni.

E in questi giorni in cui la voglia di vacanze si fa sempre piu' assillante (mannaggia, manca ancora un mese...) la cosa che mi rende più felice è ricreare quell'atmosfera vacanziera, rifugiandomi tra le mie spezie. Mi basta davvero poco, una nota persistente di vaniglia e mi ritrovo catapultata improvvisamente in Madagascar!!!

Ebbene sì, la vaniglia, insieme al cocco, è una delle spezie che associo di piu' all'estate...e complice un contest che mi aveva attirato subito per la posta in palio (ma si puo' che a casa mia le stecche di vaniglia vanno via come il pane???) mi sono ritrovata a spulciare qua e là il web in ricerca di nuove ricette che valorizzassero quest'ingrediente così evocativo. E fu così che finìi nel blog di Patricia Rain, the Vanilla Queen, dove ho trovato mille spunti per utilizzare questa delizia.
Si sa che la vaniglia è un must delle ricette dolci, ma almeno questa volta avevo voglia di vederla utilizzata in una veste insolita e allora ho optato per un appetizer che mi aiutasse a ricreare quell'atmosfera paradisiaca anche a tavola: una salsina di vaniglia e funghi che accarezza come un'onda la capasanta nella sua conchiglia e sono già in vacanza!

La ricetta è liberamente interpretata da me a partire da una di Andrew Cohen.

CAPESANTE IN SALSA DI VANIGLIA E FUNGHI

Ingredienti per 4:
  • 4 capesante
  • 3 noci di burro non salato
  • 12 porcini puliti e tagliati
  • 1 cucchiaio di brandy
  • 1 baccello di vaniglia o 1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere
  • 125 ml di panna da cucina
  • sale e pepe qb
  • sale di Maldon
Procedimento:

Riscaldate una padella e quando sarà ben calda aggiungete 1 noce di burro e fatela fondere. Inserite le capesante risciacquate e asciugate e fatele cuocere su entrambi i lati: quando iniziano a prendere colore sfumate con del brandy (e se siete capaci, fiammeggiate). Estraete con una pinza le capesante dalla padella e ponetele al caldo.

Nella stessa padella fate fondere a fuoco medio-alto le rimanenti noci di burro e quando il burro smette di schiumare unite i funghi e fateli saltare a fuoco vivo. Salate e pepate e una volta cotti aggiungete la panna e la stecca di vaniglia tagliata per il lungo (o la vaniglia in polvere).

Fate cuocere per qualche minuto per far rapprendere un po' la salsa. Una volta tolta la stecca di vaniglia, versate la salsa ancora calda nella conchiglia, adagiate sopra la capasanta e finite con qualche granello di sale di maldon.

Con questa ricetta partecipo al contest Vanilla cooking di Alessia del blog "In cucina con la sposa del vento"

giovedì 22 luglio 2010

SCOTTADITO DI AGNELLO AL PROFUMO DI ARANCIA E ROSMARINO



Come ogni uomo con la U maiuscola che si rispetti, mio papà è il re della griglia...Si vede proprio che si diverte come un bambino, gironzolando per il giardino pinza nella mano destra e rametto di rosmarino nell'altra, sudato e allo stesso tempo affumicato!

Chissà perchè il forno e i fornelli sono per antonomasia il regno delle massaie donne, mentre la griglia del BBQ è il territorio incontrastato e inavvicinabile dei signori maschietti...E' una legge tacita che pero' di solito viene riconfermata ogni qualvolta, durante i weekend estivi soprattutto, si ha voglia di un pasto altamente conviviale e abbastanza informale (chi di voi mangia costine e similia con le posate non ha capito nulla del BBQ!!!)

Talvolta ho come l'impressione che la cottura al barbecue sia depositaria di segreti che vengono tramandati esclusivamente da padre in figlio maschio come retaggio di un mondo prettamente maschilista...oppure, se vogliamo dare un'interpretazione più bonaria, possiamo dire che i maschietti per galanteria hanno ritenuto che la fatica nel seguire una griglia arroventata non sia cosa proprio da signorine...

Qualunque sia la ragione una cosa è certa (per lo meno a casa mia): guai a chi osa valicare l'invisibile filo spinato che circonda e difende il barbecue da invasioni femminili, pena una costina o una salamella in meno per il trasgressore...

Forse perchè sono la figlia preferita (ma forse perchè sono anche l'unica???), fatto sta che qualche segretuccio mio papà me l'ha svelato e ora mi ritrovo qui a spifferarlo ai quattro venti, anche se, tutto sommato, sono trucchi non troppo innovativi.

Come avete visto dal titolo della ricetta, la carne che abbiamo cucinato è l'agnello.
Lo scopo numero uno del re del BBQ in questo caso è quello di ottenere una costoletta ben croccante all'esterno con un cuore morbido (ma non crudo, si intende). La cottura deve essere perciò rapida (anche visto le dimensioni degli scottadito) e ad altissima temperatura.
Innanzitutto il nemico numero uno da evitare per non avere carni carbonizzate e asciutte è l'esposizione alla fiamma viva. La carbonella non deve essere troppo incandescente (e nemmeno troppo fredda, altrimenti nella cottura lunga i grassi si asciugano troppo), bensì deve esserci un'accenno di strato di cenere bianca sulla superficie: quello è proprio il momento giusto per mettere la carne sul fuoco!

Il secondo trucchetto è la marinatura. Il rito di immergere la carne in una soluzione composta da un liquido acido (in questo caso succo di arancia), un olio o un grasso, sale, zucchero, erbe aromatiche, odori e spezie serve a rendere la carne molto tenera. In più il sale servirà a far penetrare nella carne gli aromi della marinatura e a far fuoriuscire i suoi umori interni. Lo zucchero, invece, che talvolta è facoltativo, crea in cottura quella deliziosa crosticina caramellata che rende la carne, semmai fosse possibile, ancora più gustosa. Un altro trucco per ottenere la crosticina è quella di togliere le costolette dal frigo proprio un momento prima di metterle sulla griglia rovente, così lo shock termico creerà una superficie croccante.
In questo caso specifico, l'utilizzo del succo di arancia e del rosmarino (un abbinamento da provare!!) serve anche a togliere quel tipico odore di carne di agnello che talvolta potrebbe dare fastidio ai commensali.

Durante la cottura mio papà spennella la carne con l'olio utilizzando un rametto di rosmarino come pennellino senza esagerare e tenendo in considerazione la marezzatura della nostra la carne. In piu' oltre ad ammorbidire e a condire la carne l'olio caldo contribuisce a mantenere calda la costoletta, che ovviamente va mangiata quasi rovente!
Io l'ho accompagnata da delle patate novelle bollite (la variante al forno con il rosmarino è anche meglio!!!) e con del burro aromatizzato al prezzemolo, che si scioglie a contatto con il calore emanato dalle costolette.

Da mangiare esclusivamente con le mani!!!!

Ingredienti x 4 persone:
  • 8 scottadito di agnello
  • succo di un'arancia
  • rosmarino
  • olio
  • sale
  • una presa di zucchero
Contorno:
  • 500 gr di patate novelle bollite in acqua salata
  • 75 gr di burro
  • 1 mazzetto di prezzemolo



Con questa ricetta partecipo al contest di Genny di Al cibo commestibile in collaborazione con Weber.


lunedì 19 luglio 2010

INVOLTINI DI TACCHINO CON VERDURINE E PESTO


Help!! Sto intasando letteralmente il computer sia di ricette di piatti già realizzati sia di appunti di quelli che vorrei sperimentare...
Nel contempo mi sto ahimé accorgendo che le mie ultime idee culinarie che ho prontamente fissato per iscritto (scripta manent...) non brillino di certo per originalità, anzi, per dirla tutta, ho l'impressione che rasentino addirittura l'idiozia per quanto siano banali e scontate. Ma in questo periodo di spossatezza generale il mio cervello si è ufficialmente preso una bella vacanza e di conseguenza la creatività, semmai ne avessi avuta un po', ne risente.

In più capita anche che si prepari un post con una ricetta e che all'ultimo si decida di non pubblicarla, di posticiparla in attesa di idee più creative e stuzzicanti degne di occupare un posto seppur virtuale nel mare magnum del mondo del foodblog...peccato che poi si decida di ripubblicare il post in stand-by proprio quando qualcun altro pubblica una ricetta realizzata con gli stessi ingredienti...e se quel "qualcuno" è una miniera inesauribile di genialate, contro cui ogni sfida è persa a tavolino, beh, la questione si complica!
I casi allora sono 2: o si cestina direttamente tutto e chi s'è visto s'è visto, oppure si posta comunque la suddetta oscenità e si cita la ricetta-sorella, di modo che i lettori possano avere due versioni al prezzo di una. Non importa se poi le conclusioni che ne traggono vadano a mio svantaggio...l'importante è aver scoperto un'altra ricetta e, quello che mi piace di più, un'altra storia dietro la ricetta.

Io ho optato per la seconda strada, perciò io vi lascio la mia umile proposta, ma vi invito a leggere il suo post per rendervi conto di come la cucina possa virtualmente collegare due persone...

INVOLTINI DI TACCHINO CON VERDURINE E PESTO

Ingredienti per 8 persone:
  • 16 fette di tacchino affettato sottile
  • 4 carote
  • 16 fagiolini
  • 200 gr di fontina
  • qualche foglia di basilico
  • una manciata di pinoli
  • 1 spicchio d'aglio
  • olio evo e sale qb
Procedimento:

Frullate bene i pinoli e lo spicchio d'aglio con abbondante olio evo, aggiungete il basilico mondato e frullate aggiungendo a filo l'olio finchè il pesto non sia ben emulsionato.
Fate lessare le carote mondate e tagliate in 4 per la lunghezza insieme ai fagiolini in acqua leggermente salata. Scolateli un po' al dente e immergeteli un attimo in acqua fredda per fermare la cottura e fissarne il colore. Tagliate la fontina a fiammiferi dello stesso diametro e lunghezza della carota.
Stendete una fetta di tacchino, spennellatela leggermente all'interno con il pesto, adagiate dentro un fagiolino, una carota e il fiammifero di fontina. Arrotolate l'involtino e se volete fermatelo facendo un fiocco con un filo di erba cipollina. Servite freddo, se volete accompagnando gli involtini con una fresca salsa tzatziki.

giovedì 15 luglio 2010

INSALATA DI CAVOLO CAPPUCCIO E SURIMI AL PROFUMO DI BASILICO




In realtà ci ho messo più tempo a scrivere il nome questo piatto che non a farlo!!!
State tranquille, non mi dilungherò anch'io a lagnarmi del caldo insopportabile e del fatto che in questi giorni sono talmente di corsa che mi cibo di vegetali e frutta che mi capitano sotto tiro...perciò vi lascio solo questa foto e la lista degli ingredienti per rifare questa insalata fresca, veloce e soprattutto delicious! Buona giornata!!!

INSALATA DI CAVOLO CAPPUCCIO E SURIMI AL PROFUMO DI BASILICO

Ingredienti:
  • cavolo cappuccio tagliato fine fine
  • surimi affettati diagonalmente
  • un bella manciata di foglie di basilico tritate
  • olio evo
  • sale

sabato 10 luglio 2010

IL RISO E LATTE DELLA FELICITA'

Non so perchè, ma quando penso a qualcosa che mi rende felice, quel "qualcosa" è quasi sempre associato alla mia infanzia... Non che la mia vita dapprima da adolescente, poi da giovane ed infine da "adulta"(a 25 anni non saprei ancora come definirmi...) mi abbia riservato dei momenti tristi e cupi, anzi. Ma cio' nonostante se chiudo gli occhi e richiamo alla memoria momenti felici come minimo l'80% dei ricordi che mi si ripropongono di default sono ricollocabili durante i miei primi anni di vita...e i miei primi anni di vita come figlia unica di genitori anch'essi figli unici li ho passati amorevolmente curata (leggi: viziata) dalla nonna materna, donna straordinaria capace di affetto incondizionato e inesauribile.

Se chiudo gli occhi e ripenso ai quei momenti mi balza subito agli occhi il candore quasi innaturale di un piatto che la nonna era solita prepararmi: riso e latte. Nonostante non fossi un'amante del latte in sè (nei miei geni la preferenza per il thè era già ben marcata), il riso e latte era un piatto che adoravo mangiare, specie nelle fredde giornate invernali quando il grigiore fuori dalla finestra rendeva una bambina iperattiva come me depressa e repressa come un animale in gabbia. E ciò che me lo faceva amare ancora di più era il piacere sottile che derivava dal fatto che nessuna delle mie amichette aveva una nonna o chi per essa che preparasse loro un piatto simile: anzi strabuzzavano incredule gli occhi e alcune torcevano il naso quando raccontavo loro di questo risotto salato fatto con un ingrediente comunemente associato al rito della colazione.

Con il passare del tempo e con la crescita della mostriciattola che ormai aveva sempre meno bisogno di un apporto così vigoroso di calcio, il piatto è letteralmente caduto in disuso e la nonna non lo riproponeva più se non nei rari momenti in cui la nipotina ritornava a sentirsi un animale in gabbia nelle fredde giornate invernali...e tutto ciò con mio grande cruccio, visto che da quando nonna non c'è piu', non sono piu' riuscita a reperire le proporzioni giuste di latte e riso che contraddistinguevano la cremosità del suo riso.

Non si potrebbe proprio definirlo un comfort food, categoria che io associo soprattutto ai dolci, ma personalmente lo considero un "concentrato di amore incondizionato". Di sicuro è un di quei piatti che non riproporrei mai ad una cena, ma sono sicura che sarei capace di rifarlo e rifarlo per i miei cari nei giorni in cui le mie dimostrazioni di affetto languono...

Un piatto di riso e latte come dichiarazione di amore? Non ci avevo mai pensato, ma perchè no?

RISO E LATTE


Ingredienti:
  • 200 gr di riso
  • 1 litro di latte
  • sale
  • 2 noci di burro
Procedimento:

Mettete in una pentola il latte, il burro e il sale. Quando il latte spicca il bollore unite il riso e fate cuocere a fuoco lento mescolando spesso (specialmente verso la fine della cottura) perché non si attacchi sul fondo della pentola e per evitare che il latte, bollendo, fuoriesca.
Se il latte dovesse asciugarsi aggiungetene altro a filo, in modo da mantenere il riso della giusta cremosità.
Quando il riso è cotto, spegnere e mantecate con burro.

Con questa ricetta partecipo al contest di Juls' kitchen "Ricette della felicità" in collaborazione con macchine alimentari.

giovedì 8 luglio 2010

ELOGIO AL FORNO: TORTA ALLE PESCHE TABACCHIERE

Non ce l'ho fatta a resistere più di un giorno...vedere lì il forno inerme dopo che aveva tirato le cuoia (a proposito ringrazio tutte per le condoglianze a me prevenute...;-)))mi spezzava il cuore. Allora in men che non si dica l'intera family si è mossa in direzione di un negozio di elettrodomestici, tutti in processione verso il Sacro Graal...Vabbè, dai, ora non esageriamo: si trattava pur sempre di un elettrodomestico, indispensabile, irrinunciabile, ma pur sempre un elettrodomestico!

Complice una seratina dall'aria frizzantina, si è proceduto al collaudo del suddetto: ovvero la prima girata di manopola, la prima puntata del termostato e il primo caricamento del cronometro. E poi un'oretta di funzionamento a vuoto per ripulirlo dagli odori di fabbrica, mica potevo rischiare che la mia torta si impregnasse di odori malsani!!!

Beh, per questa inaugurazione ho deciso di omaggiare una persona che ammiro tanto...è strano come tra persone che non si sono mai incontrate veramente possa nascere un sentimento tanto vero...sto parlando di Camomilla aka Sara di Fiordifrolla, che è stata la prima foodblogger da me contattata per avere delucidazioni e consigli sul mondo dei blog...E devo ammettere che la modestia e la dolcezza che trasparivano dalla sua risposta erano proprio la conferma di quello che io immaginavo e fantasticavo di lei.

E' proprio vero che attraverso le parole e le immagini di un blog ci si costruisce un mondo immaginario, parallelo che nella maggior parte dei casi però corrisponde alla realtà...e io, che proprio non brillo per perspicacia e che nella mia ingenuità non so riconoscere un imbroglione neanche se me la fa sotto il naso, devo dire grazie al mondo dei foodbloggers che mi ha fatto incontrare (alcune solo virtualmente) persone "vere" e genuine...

Quindi Sara, questa è dedicata a te proprio perchè è la "rivisitazione" / scopiazzatura di una tua ricetta e al contempo un elogio alla tua genuinità (e bravura) che ti ha permesso di pubblicarla sul numero di luglio di "A Tavola"...ormai una lettura irrinunciabile visto che anche Babs e Ale Guerani hanno iniziato la loro fantastica avventura con questa rivista!!!

La ricetta che ti ho copiato, cara Camomilla, è la tua torta rovesciata di albicocche...io pero' ho voluto sostituire le albicocche, già utilizzate nel post precedente, con le pesche tabacchiere (chiamate anche saturnine) dell'Etna, presidio slow food, perchè secondo me ti somigliano tanto: intriganti, speciali e taaaaanto dolci!

Ps: tra l'altro ho visto ultimamente che queste delizie non hanno conquistato solo me (ad esempio ne parlano qui, e oggi, caso vuole, anche qui):

TORTE ALLE ALBIC...OPS ALLE PESCHE TABACCHIERE DI FIORDIFROLLA (ricetta tratta dal n° di luglio di "A Tavola", p.18)

Ingredienti:

  • 250 gr di zucchero di canna
  • 125 di burro morbido
  • 4-6 pesche tabacchiere dell'Etna
  • 2 uova
  • 1 baccello di vaniglia
  • 125 gr di farina 00
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 75 ml di panna fresca
  • sale

Procedimento:

Tagliate a metà le alb...e ridacci con 'ste albicocche...le pesche in senso orizzontale e snocciolatele e spellatele. Fate fondere 150 gr di zucchero di canna e 60 gr di burro a fiamma bassa fino ad ottenere un caramello. Versate il caramello in uno stampo a cerniera di 24 cm di diametro, ben imburrato e adagiatevi sopra le albicocche con la parte tagliata rivolta verso il basso.

Lavorate a crema con la frusta il burro ammorbidito e lo zucchero di canna rimasti aggiungendo un uovo alla volta. Sbattete per qualche minuto poi aggiungete i semini di vaniglia e la farina e il lievito setacciati con un pizzico di sale. Incorporate infine la panna.

Versate con delicatezza il composto nello stampo, livellandolo e stando attenti a ricoprire bene tutte le pesche. Fate cuocere a forno già caldo a 170° per circa 40-45 minuti controllando con uno stecchino. Lasciate raffreddare il dolce prima di capovolgerlo su un piatto da portata.

lunedì 5 luglio 2010

BUDINO DI ALBICOCCHE E COCCO

Prima o poi doveva capitare...non potevo contare su di lui per tutta la vita..molti già me lo dicevano "Cambialo finchè sei in tempo!"...e io no, ero troppo legata a lui da ricordi indimenticabili e in più tutte le volte che avevo bisogno di lui, lui c'era e non mi aveva mai deluso...

Ma purtroppo doveva capitare: il forno si è rotto!!!!!!

Io lo leggo come una punizione divina: non appena la mano sfiora la manopola del forno, trac, la corrente salta e siamo catapultati di botto nella fase pre-elettricità. La famiglia brancola nel buio, inciampa sul cane e prende in pieno ripetutamente spigoli e antine lasciate malauguratamente aperte: nella ricerca del cassetto dove teniamo le candele e i fiammiferi (abbiamo anche una pila, ovvio, ma vai a sapere dove è finita!) i membri della family si schiantano l'uno contro l'altro manco fossimo sugli autoscontri ai baracconi...

Piu' che punizione tutto il misfatto potrebbe essere letto come slancio di bontà divino, atto a salvaguardare la vita di noi sciagurati spinti da un malcelato tentativo di suicidio...d'altronde se questi umani non la capiscono da soli che usare il forno quando fuori ci sono 40°C all'ombra, beh, qualcuno dovrà pur intervenire in qualche modo, o no??

E caso vuole che proprio nel giorno in cui il forno ci ha abbandonato miseramente il papy ci abbia fatto notare quanto fossero troppo mature le albicocche in frigo...insomma, immangiabili a meno di non farne una purea...detto fatto: crostata di albicocche andata in fumo, la sottoscritta ha deviato per un dolce freddo che non richiedesse l'utilizzo del defunto elettrodomestico (ma va?)

E allora albicocche in poltiglia e cocco rapè assoldati per la creazione di un dolce da frigo (almeno tu, non ci abbandonare pliiiiiiz!!) Il primo problema che si è posto pero' è: che nome dare alla creazione? Non è una mousse, non è una bavarese, nemmeno un parfait o un biancomangiare, nè tantomeno un semifreddo...Beh, tanto per tagliar la testa al toro lo battezzero': Budino alle albicocche e cocco. Così sia, amen!

BUDINO DI ALBICOCCHE E COCCO

Ingredienti:
  • 500 gr di albicocche mature mature (non è un particolare da sottovalutare se non volete un budino da buttare...)
  • 6 fogli di colla di pesce
  • 250 ml di latte
  • 100 gr di zucchero a velo (è indicativo, dovete regolarvi a seconda della dolcezza delle albicocche)
  • 70 gr di cocco rapé
Procedimento:

Mettete i fogli di gelatina a mollo in acqua fredda e fate scaldare a fiamma bassa il latte. Lavate e denocciolate le albicocche e frullatele. Unite lo zucchero a velo e assaggiate per arrivare al grado di dolcezze desiderato. Unite il cocco.
Quando il latte è caldo unite i fogli di gelatina che avevate messo in ammollo in acqua fredda e fateli sciogliere bene. Aggiungete la purea di albicocche e cocco e mescolate bene.
Versate in uno stampo da plum cake foderato di carta forno (lei mi ha insegnato come fare...ce ne vorrebbero di piu' di maestre come lei!!!) e mettete in forno ops...in frigo per almeno una notte.
Decorate con ventaglietti di pasta sfoglia o ciuffi di panna montata!

Con questa ricetta partecipo al contest di giugno di "La cucina italiana": dessert a base di frutta fresca.

giovedì 1 luglio 2010

THE DAY AFTER

Come facevo a far finta di niente e non lasciare nemmeno una parola per ringraziare i mitici organizzatori di Foodies in MI per la bellissima serata di ieri sera??? Grazie Manuel (sei uno spasso!!!) e Jasmine di Labna e grazie dolce Manu alias Fiordivanilla..
E grazie mille a tutti i foodbloggers/ foodlovers che ieri sera hanno deciso di fare un salto al Demetria Cafè...
E' bello poter dare un volto all'alter ego virtuale di coloro che attraverso il blog si esprimono e allo stesso tempo si espongono: le parole finalmente hanno carne e ossa e finalmente si scoprono le mani e le menti che hanno partorito quella ricetta che ci è piaciuta così tanto, da averla inserita nella lista dei "must-do".
Per una virtual-absent come me (Face...che???) poter chiacchierare, scambiare consigli o semplicemente stare insieme con persone che si incontrano solo in rete è stato davvero meravigliosamente inaspettato.
Un ricordo in particolare della serata? Ce ne sono mille in realtà: il tourbillon di volti, mani che si stringono, abbracci, sorrisi e presentazioni impacciate...oppure l'intrigante menu preparato appositamente per noi...o l'atmosfera soft che si è creata nell'angolo soffuso del Demetria Café riservato solo a noi...e perchè no, anche il graditissimo omaggio di Sonia del Paese delle Stoviglie: una confezione di sardine di Angelo Parodi per participare al suo primo contest...un'altra sfida all'orizzonte!!!

Vi lascio con una replica di un piatto del menu' fenomenale di ieri (avrei rifatto senz'ombra di dubbio la caprese sifonata...ad avere il sifone, però...mannagg'):

TORTINO DI PATATE CON SPECK E TIMO

Ingredienti x 2 persone:
  • 4 fette di speck
  • 1 patata
  • mezza cipolla
  • sale, pepe
  • timo
Procedimento:
Fate bollire la patata, sbucciatela e tagliatela a tocchetti.
Fate appassire la cipolla in olio e quando è bella stufata tuffateci la patata, facendola dorare per qualche minuto. Salate e pepate.
Disponete 2 fette di speck a croce e al centro mettete le patate saltate in padella, aggiungendo del timo fresco, se possibile. Richiudete l'involtino e infornate per qualche minuto a 180°C finchè lo speck non sia diventato croccante. Decorate con qualche foglia di timo.
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