domenica 27 novembre 2011

PLUMCAKE AUTUNNALE



Siamo solo a fine novembre, quindi teoricamente ci sarebbero ancora una ventina di giorni prima del fatidico solstizio d'inverno, quando diremo addio all'autunno e accoglieremo la nuova stagione.
Nonostante ciò, ho come l'impressione che l'autunno sia quasi agli sgoccioli...
Sarà colpa di tutta questa atmosfera natalizia che ci invade ormai così prepotentemente già dopo l'archiviazione del pranzo di ferragosto???
Non saprei, ma anno dopo anno ho la sensazione sempre più forte che questa sia una stagione strizzata, compressa, attanagliata da una parte dall'irrefrenabile voglia di un'eterna estate e dall'altra dalla prematura avanzata delle strenne natalizie.
Io, invece, siccome la trovo una stagione deliziosa per la sua malinconia e per i suoi colori, le rendo omaggio con questo gustoso plumcake che racchiude un po' dei suoi sapori.

PLUMCAKE AUTUNNALE (ricetta originale di Claudio Venturini)

Ingredienti:
  • 220 gr di burro
  • 250 gr di zucchero a velo
  • 4 tuorli
  • 2 uova intere
  • 20 gr di farina di mandorle
  • 200 gr di farina bianca 00
  • 100 gr di fecola
  • 150 gr di uvetta sultanina
  • 100 gr di fichi essiccati
  • 1/4 mela renetta
  • 1/4 pera William
  • 100 gr di castagne cotte al forno e spelate
  • 2 gr di lievito chimico
  • scorza di un'arancia non trattata
  • limoncello q.b
Procedimento:


1. Montate a bassa velocità nella planetaria il burro morbido con lo zucchero a velo.

2. Sbattete leggermente i 4 tuorli con le 2 uova intere e versateli a filo nella crema di burro e zucchero, facendo attenzione che le uova vengano incorporate gradualmente.

3. Togliete la ciotola dalla planetaria e unite le farine e il lievito setacciati, mescolando a mano dal basso verso l'alto.

4. Tagliate lo spicchio di mela e lo spicchio di pera a cubetti piccolissimi.
Fate lo stesso con i fichi essiccati e le castagne e poi uniteli al composto e grattugiate la scorza di un'arancia non trattata.

5. Versate l'impasto nello stampo da plumcake foderato con carta forno.

6. Bagnate la mano con il limoncello e praticate un solco per il lungo fino a quasi toccare il fondo dello stampo. Il liquore in cottura aiuterà il plumcake a lievitare, perchè con il calore evaporerà, formando la classica crepa lungo il plumcake.

E' buonissima come ricca colazione, oppure come dessert accompagnato da una pallina di gelato alla vaniglia.

Con questa ricetta partecipo, sul filo del rasoio, al contest "Torta d'autunno" di Semplicemente Pepe Rosa e Mama Shabby


domenica 13 novembre 2011

RISOTTO CON TOMINO, SPECK E GRAPPA


Chi l'ha mai detto che il risotto va sfumato solo con vino, rosso o bianco a seconda dei casi?
A casa mia per questo risotto abbiamo rinunciato al solito bicchiere di vino ed optato per la grappa...
Una grappa non aromatizzata, morbida, che dà una sferzata in più al risotto che rischierebbe di essere troppo monocorde, visto la predominanza del sapore del tomino.

Di solito la sfumata di vino è un passaggio fondamentale per la preparazione di un risotto come Dio comanda, perchè conferisce una nota acidula al riso. In questo caso l'omissione del vino non toglie nulla al risotto in termini di aroma: dopo la completa evaporazione della componente alcolica, anche la grappa rilascia delle piacevoli reminescenze di vinaccia e il risotto acquista anche un profumo decisamente particolare.

Un piatto di sicuro successo, se riuscite a non esagerare con la grappa...

RISOTTO CON TOMINO, SPECK E GRAPPA

Ingredienti (x 6 persone):
  • 450 gr di riso arborio
  • brodo di carne
  • 2 tomini
  • 1 fetta di speck alta 5 mm
  • mezzo bicchiere di grappa non aromatizzata
  • burro
  • sale e pepe qb
Procedimento:

1. Fate tostare il riso nel burro, sfumate con la grappa e quando tutto l'alcol sarà evaporato iniziate a bagnare il risotto poco alla volta con il brodo di carne.

2. Verso fine cottura aggiungete il tomino a tocchetti, lasciando anche la crosta.

3. Salate e pepate il risotto.

4. Tagliate lo speck a listarelle e fatele rosolare in una padella calda.
Quando lo speck sarà croccante, toglietelo dal fuoco e versatene metà nel risotto, mentre l'altra verrà usata per la decorazione.

domenica 6 novembre 2011

CASSOEULA


Ogni famiglia ha i suoi riti. 


A casa mia il 1° di novembre si mangia la Casseoula, cascasse il mondo.


Per chi non la conoscesse, la Casseoula (si pronuncia /kaˈzːøla/, se non ci riuscite al primo colpo non vi preoccupate, ne ho sentite di tutti i colori ahahah) è un piatto invernale della tradizione contadina milanese, o in senso lato lombarda.
Tanto per intenderci si tratta di una sorta di stufato di verze con carne di maiale, di cui si usano quasi tutte le parti: oltre a quelle "canoniche" si usano anche cotenna, musino, piedini, codino e orecchiette del povero suino.
Detta così sembra un piatto un po' macabro, o per lo meno pesantuccio.
In effetti non è una di quelle cose che si possono mangiare ad agosto sotto l'ombrellone, ma bisogna ammettere che è un degno sostituto di un caldo e avvolgente spezzatino, che ti coccola lo stomaco quando fuori dalla finestra il cielo è grigio e spento.


Si dice che probabilmente il piatto fosse preparato a conclusione del periodo della macellazione del maiale, verso la festa di Sant'Antonio il 17 gennaio, e che l'utilizzo degli scarti fosse un lusso concesso ai poveri contadini che potevano così insaporire la verza stufata, elemento basilare della cucina contadina nel periodo invernale.


Vi parlavo appunto di riti famigliari. A casa mia la casseoula in effetti non è un piatto destinato solo al 1° di novembre: chi mi conosce sa che la mia nonnina (è proprio lei) che vive con noi da sempre ha via libera alla mia cucina ogni mercoledi sera per prepararci a rotazione i piatti della tradizione milanese: casseoula, trippa, peperonata.
La nonnina ci va giù leggera diciamo.
Ma è tanto contenta quando vede che noi ci mangiamo tutto, che è un peccato interrompere questo rito adducendo a problemi di digestione o al colesterolo galoppante. Non capirebbe e lo prenderebbe come un'offesa personale.
D'altronde lei è campata 80 anni mangiando in questo modo, e io ci credo quando ci dice che la casseoula "l'ha mai masà nisun" (traduco: non ha mai ammazzato nessuno)...
E noi non possiamo che apprezzare questo rito e sopportare il fatto che per almeno 2 giorni andremo in giro per casa con gli abiti che "profumano" di verza, eheh.


E voi, qual è il piatto rituale a casa vostra?


Ora vi lascio con la ricetta dettatami passo passo (in dialetto, ovviamente) dalla nonna. E siccome temo il confronto, devo ammettere che non l'ho mai preparata finora, perciò la meraviglia che vedete in foto è ancora una volta opera sua!


CASSOEULA

Ingredienti (per 6 persone, abbondante):
  • 1 fetta di pancetta tesa alta 5 mm
  • 1/2 bicchiere di olio
  • 1 cipolla
  • 18 costine
  • qualche pezzo di cotenna di maiale
  • Opzionale: salsiccette, musetto, piedino o codino di maiale a pezzi
  • 100 ml di salsa di pomodoro
  • 1/2 bicchiere di vino rosso per sfumare
  • 1 gamba di sedano
  • 1 o 2 verze
  • acqua qb
  • sale qb
Procedimento:

1. Tagliate la cipolla finemente e fatela soffriggere nell'olio (non cercate di renderlo un piatto dietetico, quindi non cercate di risparmiare sull'olio!!) in una casseruola capiente.


2. Fate rosolare la carne e sfumate con mezzo bicchiere di vino rosso. Aggiungete la salsa di pomodoro e salate.


3. Tagliate il sedano grossolanamente e buttatelo insieme alla carne. Versate due mestoli di acqua e fate cuocere a fuoco basso per 1 ora con il coperchio. Mescolate continuamente perchè man mano che l'acqua evapora la carne rischia di attaccarsi al fondo della pentola. Una volta che l'acqua è evaporata e la carne è cotta, togliete i pezzi di carne dalla pentola e occupatevi della verza.


4. Togliete la nervatura centrale delle foglie delle verze e tagliatele a listarelle. Se le verze sono troppo dure fatele bollire preventivamente.
Buttate le verze nella casseruola e fatele stufare nel condimento. Salate e lasciatele cuocere per almeno 2 ore.


5.Ributatte ancora dentro la carne per farla insaporire almeno un quarto d'ora insieme alle verze.


6. Servite la cassoeula bollente con polenta.

lunedì 31 ottobre 2011

VELLUTATA DI FUNGHI PORCINI



Premessa: non sono un'esperta di funghi...

Tutto quello che so è che:
- esiste un regno dei funghi che si contrappone al regno animale e al regno vegetale (vaghi ricordi risalenti ad una lezione di scienze delle elementari...);
- sono composti da un'alta percentuale di acqua, il che li rende poco calorici;
- alcuni sono velenosi (ma và???), ma oltre all'Amanita Falloide dei cartoni animati non saprei nemmeno menzionare, nè tantomeno riconoscerne altri...

Insomma, come ben vedete, sono alquanto ignorante in materia e anche se so distinguere i più diffusi (porcini, gallinacci, chiodini, finferli, prataioli) non mi azzarderei mai a raccoglierli nei boschi e nemmeno a cucinarli per i miei commensali.
Non vorrei avere intossicati sulla coscienza...
Ma siccome li adoro e non ne posso fare a meno, mi affido spesso al mio fruttivendolo di fiducia, il quale l'altro giorno aveva dei porcini speciali a cui non ho saputo resistere.
Complice il primo freddo, li ho cucinati trasformandoli in una saporitissima vellutata dai sapori autunnali.


VELLUTATA DI FUNGHI PORCINI
Ingredienti (x 4 persone):
  • 700 gr di porcini freschissimi
  • 1/2 cipolla bianca
  • 2 spicchi di aglio
  • sale e pepe q.b.
  • 4 fette di pane da bruschetta
  • olio evo
  • rosmarino
  • brodo vegetale
Procedimento:

1. Pulite bene i funghi, armandovi di strofinaccio umido, spazzolina e coltello. Tagliate poi cappella e gambo grossolanamente.

2. Preparate il brodo vegetale con acqua bollente e dado e tagliate finemente la cipolla.

3. Mettete un filo di olio di oliva nella padella e fate soffriggere la cipolla con i 2 spicchi d'aglio, a cui avrete tolto l'anima.

4. Buttate i funghi nel soffritto e fate insaporire bene per un paio di minuti. Iniziate a versare il brodo bollente sui funghi ricoprendoli. Fate sobbollire per 20 minuti aggiungendo il brodo, sempre bollente, poco alla volta.

5. Togliete l'aglio e frullate tutto. Regolate di sale e di pepe.

6. Servite la vellurata caldissima, accompagnandola con le fette di pane fatte bruschettare in forno con olio e rosmarino tagliate a dadini.





lunedì 24 ottobre 2011

CUOR DI MELA


Se qualcuno mi chiedesse qual è il profumo più buono del mondo, non esiterei un attimo a rispondere: il profumo dei biscotti appena sfornati.
Alla pasta frolla proprio non riesco a resistere, e questo è un dato di fatto, ma i biscotti "frollosi" hanno quel non so chè in più che li fanno volare in cima alle mie preferenze. Sarà che da sempre sono la mia colazione preferita: ci sono quelli che al duo "cornetto-cappuccino" proprio non sanno resistere, quelli salutisti che si accontentano di un velo di marmellata (senza zucchero, per carità!) su una secca fetta biscottata e ci sono quelli come me che amano inzuppare i biscotti burrosi e zuccherosi nel thè strabollente, facendo attenzione a portarseli velocemente alla bocca prima che il calore li sciolga e li faccia ripiombare nel thè con un sonoro "sciaf".
E lo ammetto: io adoro quella marca lì, quella che nelle pubblicità ci fa vedere la famigliola felice che si alza già truccata, pettinata e sorridente (alzi la mano chi al risveglio invece vorrebbe uccidere ogni essere vivente che gli capita a tiro)...e quella marca lì, bisogna ammettere, che qualche biscotto azzeccato lo fa pure...e i cuor di mela (devo mettere il segno del copyright?) sono dei biscotti riuscitissimi, a parer mio.
Cos'hanno di diverso i miei biscotti rispetto agli originali? Forse hanno quel tocco di cannella che con la mela ci va a nozze...e portano in sè tutta la mia soddisfazione nell'averli replicati. Scusate se è poco.

CUOR DI MELA

Ingredienti:
  • 100 gr di burro morbido
  • 100 gr di zucchero
  • 1 uovo
  • 220 gr di farina 00
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 2 mele
  • 20 gr di burro
  • 1 cucchiaio di miele
  • 1 cucchiaino di cannella
Procedimento:

1. Montate il burro ammorbidito con lo zucchero, poi aggiungete l'uovo intero.

2. Aggiungete la farina e il cucchiaino di lievito setacciati e amalgamate il tutto fino ad ottenere una pasta frolla liscia ed omogenea. Copritela con la carta trasparente e riponetela in frigo per almeno mezz'ora.

3. Sbucciate le mele e privatele del torsolo. Tagliatele a cubetti piuttosto piccoli e fateli rosolare in padella con il burro. Aggiungete il miele e la cannella e fate cuocere con un coperchio per 15 minuti finchè le mele sono morbide, ma non sfatte.

4. Stendete la pasta frolla con l'aiuto del mattarello ad uno spessore di 2 mm. Fate dei dischetti (io ho usato il bordo di una flûte da spumante, per non farli troppo grandi), poi riponete un po' di ripieno su un dischetto e richiudetelo con un altro, facendo attenzione a sigillare bene i bordi.

5. Infornate i biscotti a 180°C per 15-20 minuti, fino a quando i bordi sono ben dorati.

venerdì 14 ottobre 2011

FAGOTTINI NERI AL PESCE BIANCO


Perdonatemi per il gioco di parole...ma non ho saputo resistere!
Black&White...Très chic!
In realtà non sono altro che delle banali crespelle al nero di seppia con ripieno di pesce.
Ma conciate in questo modo posso dire che fanno la loro sporca figura...e il "nastrino" fatto con la foglia di porro è proprio la ciliegina sulla torta.

Insomma: un primo d'effetto, con zero sbattimento.

FAGOTTINI NERI AL PESCE BIANCO

Ingredienti per i fagottini al nero di seppia (per circa 12 crespelle):
  • 2 uova
  • 125 gr di farina 00 setacciata
  • 230 ml di latte
  • 30 gr di burro fuso
  • sale
  • 1 bustina di nero di seppia
  • 4 foglie di porro (per legare i fagottini)
Ingredienti per il ripieno:
  • 400 gr di pesce bianco a scelta tra: rombo, sogliola, seppia, merluzzo, coda di rospo o nasello
  • 1/2 cipolla bianca
  • sale e pepe q.b.
  • vino bianco per sfumare
Ingredienti per la salsa:
  • 1 confezione di panna fresca da 125 ml
  • 2 cucchiai di concentrato di pomodoro
  • pepe
  • prezzemolo tritato
Procedimento:

1. Per prima cosa preparate le pastella delle crespelle perchè deve riposare almeno mezz'ora in frigo. Sbattete con le fruste le uova intere con la farina e aggiungete a filo sia il latte che il burro fuso. Sciogliete nella pastella tutta la bustina di nero di seppia e salate.
Coprite la ciotola con la carta trasparente e lasciate riposare in frigo per mezz'ora.

2.Rosolate il pesce (io ho usato 200 gr di nasello e 200 gr di seppia) tagliato a tocchetti con la cipolla e poi sfumate con il vino bianco.
Cuocete per 10 minuti, salando e pepando.

3. Preparate le crespelle ungendo ogni volta la padella con un velo di burro.
Riempitele con il composto di pesce e richiudetele piegando verso il centro i 4 lati (sempre se si possa parlare di lati, visto che sono rotonde, eheh).

4. Prendete le foglie di porro e sbollentatele in acqua. Tagliatele a strisce per la lunga e usatele come nastro per richiudere il fagottino.

5. La salsa è semplice: riscaldate la panna fresca, in cui scioglierete il pomodoro concentrato e in cui verserete il fondo che avrà rilasciato il pesce durante la cottura.
Spolverate i fagottini con prezzemolo tritato e serviteli molto caldi.

domenica 9 ottobre 2011

CAPONATA SICILIANA


Sono stata in Sicilia una sola volta, un paio di anni fa, ma certi sapori e certi profumi te li porti a casa e non te li scordi più: salsedine, terra riarsa dal sole, pomodori maturi, profumo di zagare e di origano essiccato...

E proprio dalla Sicilia (con furore...) arriva questa ricetta, che dedico a chi non ama le mezze misure, i sapori blandi, i profumi neutri.

Il gusto agrodolce di questo antipasto/contorno è prepotente, ma attenti a non confondere l'intensità di sapore con la pesantezza, tant'è che ho provato ad usare la caponata come sugo e ne è venuto fuori un piatto delizioso (e digeribile!).

Se poi la ricetta è una di quelle tramandate di generazione in generazione, non può che risultare un successo assicurato. Infatti devo sia grammatura degli ingredienti che procedimento a Cettina, cuoca provetta di origini sicule, collaboratrice della scuola di cucina Casa di mela (da pro-va-re!), che ormai fa e rifà questa ricetta ormai ad occhi chiusi.

Non è mai troppo presto per iniziare a mettere via qualche barattolino in conserva che diventerà uno dei golosi regali del prossimo Natale.

CAPONATA SICILIANA

Ingredienti (x 10 vasetti da 100 ml):
  • 1 kg di melanzane nere e lunghe
  • 2 cipolle bianche medie
  • 3 spicchi di aglio
  • 150 gr di olive verdi denocciolate tagliate a pezzetti
  • 50 gr di capperi sotto sale
  • 500 gr di pomodori freschi e polposi (io ho usato i ramati)
  • 100 gr di aceto di vino bianco
  • 50 gr di zucchero
  • olio d'oliva q.b.
  • olio di semi d'arachidi q.b. (per friggere)
  • farina 00 q.b. (per infarinare le melanzane prima di friggere)
  • sale e pepe q.b.
  • basilico e prezzemolo q.b.
  • uova sode e arance a fettine per decorare il piatto
Procedimento:

Il segreto di questa ricetta sta nell'incorporare in sequenza tutti gli ingredienti avendo cura di inserire il successivo solo dopo aver fatto insaporire il precedente nel soffritto di base.

1. Tagliate la cipolla finissima e fatela appassire in un dito d'olio d'oliva in una pentola abbastanza capiente, che potrà contenere tutti gli ingredienti, insieme ai 3 spicchi d'aglio.

2. Tagliate a cubetti i pomodori eliminando tutti i semini e aggiungeteli al soffritto.

3. Pulite il sedano, eliminate i filamenti e le foglie e tagliatelo a tocchetti piccolissimi e dopo averli sbollentati in acqua salata e averli tamponati (Cettina dice che questo passaggio è importantissimo) buttateli nel soffritto.

4. Aggiungete a questo punto le olive verdi denocciolate tagliate a piccoli pezzetti e i capperi (messi precedentemente in ammollo per togliere il sale in eccesso), interi o tagliati.

5. Versate l'aceto e lo zucchero e fate insaporire.

6. Fate sobbollire per 5 minuti, poi assaggiate e aggiustate di sale e pepe e aggiungete il prezzemolo e il basilico tritati. Spegnete il fuoco e coprite.

7. Ora è venuto il momento delle melanzane: tagliatele a cubetti e friggetele in olio d'arachidi bollente dopo averle passate nella farina e setacciate.
Fate scolare l'olio in eccesso su carta assorbente e quando le melanzane sono belle asciutte tuffatele nella caponata, riaccendendo per un attimo la fiamma per far insaporire il tutto.

8. La caponata andrebbe servita a temperatura ambiente, decorando il piatto di portata con uova sode e arance tagliate a fettine.
Se volete invece conservarla in vasetti, versatela ancora calda nei barattoli di vetro, chiudeteli e capovolgeteli. Metteteli a testa in giù in una cassetta e copriteli con una coperta di lana e lasciateli in un luogo asciutto e lasciateli che si raffreddino. Ottimo pensiero natalizio, no?

sabato 24 settembre 2011

FINTI BACI DI DAMA AL MASCARPONE E COCCO


Beh, 5 mesi cosa vogliate che siano....possono volare come un lampo, così come possono sembrare un'eternità...
5 mesi lontani dal mio blog sono davvero tanti per me, ma in questo lasso di tempo la pigrizia e la mancanza di tempo l'hanno fatta da padrone.
E per questo motivo, ritorno in punta di piedi con una ricetta, ma cosa dico ricetta, con un assemblaggio veloce di 4 ingredienti in croce per dei biscottini rapidi di sicuro successo.

Per questa ricetta devo dire grazie ad una mia amica del cuore, che me li ha fatti assaggiare durante una cena delle nostre...

FINTI BACI DI DAMA CON MASCARPONE E COCCO

Ingredienti (x 30 baci di dama):
  • 60 amaretti (circa 170 gr)
  • 200 gr di mascarpone
  • 20 gr di zucchero a velo
  • 20 gr di cocco rapé (grattugiato)
  • caffè (quello della moka) q.b.
  • pirottini di carta
Procedimento:

Preparate il caffè con la moka e versatelo in un piatto per farlo raffreddare.
Intanto preparate la farcia dei (finti) baci di dama, amalgamando mascarpone, zucchero a velo setacciato e cocco.

Imbevete velocemente gli amaretti nel caffè ormai freddo. Mettete un po' di farcia su un amaretto e chiudete il tutto con un altro amaretto, a mo' di baci di dama.

Riponete i baci di dama nei pirottini e sistemateli su un'alzatina.

Et voilà, il gioco è fatto!

sabato 16 aprile 2011

TROTA SALMONATA CON PESTO DI MANDORLE


Non so mai come si possa riprendere il filo del discorso, dopo 2 mesi di totale assenza dal mio e dal blog dei miei amici...
In realtà ho fatto un passo indietro e per un po' mi sono concessa il lusso di tornare a fare la visitatrice invisibile di questi deliziosi spazi web...
Ogni tanto fa bene non essere parte di niente e tornare nella massa anonima di appassionati di cucina che attingono ricette e scopiazzano a destra e manca per risolvere il problema di una cena all'ultimo minuto.

Pero' è stato comunque un momento bello, frenetico, fatto di viaggi e di mille impegni, e di tante tante altre cose che in qualche modo hanno scombussolato la mia vita, ma ormai è ora di ributtarsi e riprendere le fila del discorso e lo faccio con una ricetta veloce veloce, facile facile...che mi permetta un rientro in punta di piedi...

TROTA SALMONATA CON PESTO DI MANDORLE

Ingredienti per 4 persone:
  • 4 filetti di trota salmonata
  • 20 pomodorini ciliegini
  • 1 manciata di mandorle spelate
  • 2 cucchiai di pesto alla genovese (basilico, aglio, olio e sale)
  • olio evo, sale fino, pepe bianco
Procedimento:

Disporre i filetti di trota in una pirofila unta d'olio con la pelle a contatto con il fondo.
Salare, pepare e infornare a 180°C a forno già in temperatura.

Nel frattempo tritare grossolanamente le mandorle e unirle al pesto e ai pomodorini tagliati in 4.
A metà cottura (dopo 10 minuti circa dall'inserimento delle trote in forno), cospargere il pesto sui filetti e infornare fino a cottura ultimata, cioè per circa altri 20 minuti.

lunedì 21 febbraio 2011

POLENTA CON CIUFFETTI DI CALAMARO


Se vogliamo, questa è un po' una ricettina mare e monti, anche se ormai i "moscardini con la polenta" è diventato un piatto classico, che quasi ogni ristorante di pesce propone a menù.
Nonostante ciò la polenta, per me, è un tutt'uno con spezzatini di selvaggina, funghi trifolati e cassouela, ovvero piatti che si troverebbero comodamente in una baita dopo una bella sciata.

Anche se l'abbinamento classico prevede i moscardini, sabato mattina al mercato ho optato per i ciuffetti di calamaro per due buoni motivi:
- sono più economici
- quelli avanzati, li ho potuti usare per fare un sughettino niente male

POLENTA CON CIUFFETTI DI CALAMARO

Ingredienti per polenta (da fare il giorno prima):
  • 1,5 l di acqua
  • 400 gr di polenta di mais gialla
  • 1 goccio d'olio
  • sale grosso
Fate bollire l'acqua con un goccio d'olio, salatela e buttate a pioggia la farina di polenta. Mescolate per tutto il tempo di cottura (osservate il tempo scritto sulla scatola della farina).
Versate la polenta pronta su un tagliere di legno e fatela raffreddare.
Tagliate delle fette di 2 cm di spessore e passate le fettine così ottenuta su una griglia ben calda da entrambi i lati.

Sugo con ciuffetti di calamari:
  • 250 gr di ciuffi di calamari
  • 400 gr di pelati
  • mezza cipolla
  • sale, olio, pepe
  • prezzemolo tritato
Tagliate grossolanamente i ciuffetti e buttateli nel sugo che avrete fatto con un soffritto di olio e cipolla. Salate, pepate e spolverate con il prezzemolo tritate.

Servite il tutto ben caldo: può essere un antipasto sfizioso o un secondo di pesce.

martedì 15 febbraio 2011

VITAMINA C CANDITA


Alzi la mano chi quest'anno non si è ancora beccato l'influenza.
Suina, canina, asiatica, africana....chi ci capisce qualcosa è bravo!

Io me la sono cavata con un paio di giorni a letto, con febbre ballerina, tanto mal di ossa e tosse catarrosa...pero' ne sono uscita indenne, anche grazie alle amorevoli cure di nonna e mamma che ogni 3x2 si presentavano con un bicchiere di spremuta d'arancia "che la vitamina C fa bene", "che bere qualcosa ti fa passare la tosse", "che se lo bevi tutto guarisci presto"...

Ora: è vero che ci si aspetta di vedere queste scene quando la malata è in questione è sì e no una bambina dell'asilo....ma a me capita ancora, anche a 25 anni. Che ci vuoi fa'???

Pero' tutto questo ingurgitare di vitamina C non mi è bastato, anzi ho preso l'occasione al balzo e ho utilizzato le bucce d'arancia avanzate per farne delle striscioline candite, da conservare e utilizzare all'evenienza: decorare un cannolo siciliano, unirle ad una cioccolata calda, sgranocchiare come una caramella.

SCORZE D'ARANCIA CANDITE

Ingredienti:
  • 350 gr di scorza di arance non trattate, con la buccia abbastanza spessa
  • 500 gr di zucchero
  • 250 gr di acqua
Procedimento:

Tagliate le scorze d'arancia a listarelle dalla larghezza di circa 1 cm, togliendo la parte bianca in eccesso.
Mettetele in ammollo in una bacinella piena di acqua fredda per 3 giorni, cambiando l'acqua 2 o 3 volte al giorno. Questo serve a togliere l'amaro.

Preparate lo sciroppo facendo bollire 2 parti di zucchero con 1 parte di acqua: per la quantità di scorze che ho indicato, bastano 500 gr di zucchero e 250 gr di acqua.
Quando lo sciroppo spicca il bollore immergete le bucce di arancia e far bollire per 2 minuti.
Scolate le scorze con una ramina e mettetele ad asciugare su una griglia per un giorno.

Ripetete l'operazione per altri 2 giorni: per questo motivo non dovete buttare lo sciroppo avanzato, anzi nel caso dovesse risultare poco, potete preparare e aggiungerne dell'altro usando sempre la proporzione zucchero-acqua di 2:1.
Dopo avere immerso le bucce per la quarta volta, prima che si asciughino, buttatele nello zucchero semolato e fatele asciugare.
Potete conservarle per qualche mese in un barattolo di vetro.

domenica 13 febbraio 2011

IDENTITA' GOLOSE 2011: REPORTAGE...IN RITARDO

Di solito i bravi giornalisti piazzano il reportage di un evento sulla scrivania del capo già il giorno dopo la chiusura dell'evento stesso...ma siccome io non sono nè brava nè tantomeno una giornalista, ci ho messo un bel po' (due settimane, sigh!) per trovare il tempo di riordinare pensieri ed emozioni provate a Identità Golose 2011.

Non vi preoccupate, non vi aspettate lunghe e lunghe digressioni su quanto è stato bello (e lo è stato), su quanto è stato emozionante vedere all'opera chef stellati (e lo è stato), su quanto è competente e lungimirante Paolo Marchi nella scelta dei protagonisti e degli argomenti (e lo è)...

Vi dirò solo in pillole quello che - ahimè - vi siete persi, con la speranza di stuzzicarvi la curiosità per partecipare l'anno prossimo!!

Ma iniziamo con ordine:

1) GIANLUCA FUSTO

Se il buon giorno si vede dal mattino...allora la mia scelta di assistere appena arrivata al Milano Convention Centre alla conferenza di Gianluca Fusto si è rivelata una scelta piu' che azzeccata.

Gianluca è uno che parla con il cuore, che gesticola e si anima quando esprime i suoi concetti innovativi. Ribadisce più volte che l'interpretazione, l'esperienza sensoriale che nasce dall'assaggio di una ricetta, è ciò che in pasticceria fa la differenza. La percezione di strutture, profumi, sapori, emozioni differiscono da persona a persona e perciò è importante educarci al fine di dare giudizi.

E a riprova di ciò il suo motto è "conoscersi per conoscere".



Gianluca spiazza tutti parlando di 7 sensi...io mi sento già un ignorante perchè a scuola me ne avevano elencati solo 5...ma poi tutto ha un senso: lui parla di 5 sensi diretti e di 2 indiretti, quest'ultimi da allenare.

1) Profumo: molecole volatili che possono essere "bloccate" in grassi, zuccheri e alcool.

2) Aromi: percepiti nellla parte retronasale

3) Vista: ormai diventato dominatore dell'universo sensoriale, a discapito degli altri sensi che ne escono così indeboliti

4) Udito: impariamo a concentrarci sui rumori legati alla masticazione

5) Sapori: sensazioni percepite nella cavità orale, dolce, salato, amaro, acido, omami

Ma sono i sensi indiretti a fare la differenza nell'interpretazione di un piatto:

1) Sensazione termica/tattile/boccale: temperatura, consistenza (croccante, morbido, vellutato), sensazione che deriva dal contatto con la posata (non ci avevo mai fatto caso che anche il contatto di un cucchiaino "freddo" con le labbra già ci manda dei messaggi)

2) Sensazioni chimiche indifferenziate: non percepite dalle papille ma causate da sostanze chimiche (piccante dà una sensazione di calore e bruciore, il mentolato suggerisce freddo e il tannino astringenza).

Percio' un vero professionista deve tener conto che il suo piatto può essere interpretato tenendo conto di tutto questo insieme di sensi.

E dopo la teoria, Gianluca ci ha voluto mettere alla prova in questo percorso di educazione sensoriale, deliziandoci con questo:

Ecco come il dessert 4.0 ci viene introdotto"A prima vista è glassa lucida e intensa, che con leggerezza e rotondità, si accomoda su una mousse di cioccolato. Qui tutto cominciò. L'acidità e la freschezza dell'amarena non deve temere nulla dall'abbraccio caloroso della mandorla di Noto e dalla crema di caramello, leggermente salata. Il dolce e l'amaro infine, salutano la croccantezza del gruè di cacao, che ricorda al nostro palato che tutto ebbe inizio in un attimo di cioccolato".

COMPOSIZIONE

1) Fondo di biscotto al cioccolato sovrastato da crema di mandorla al limone

2) Fondo di strusel di grué con colata di caramello Orizaba

3) Ganache montata al cioccolato

4) Gelatina di ciliegie

5) Sorbetto di mascarpone e vaniglia


2) VIVIANA VARESE

Una delle poche donne chef...e io è da tempo immemore che voglio andare da Alice, il suo ristorante qui a Milano. All'interno della manifestazione "Un risotto per Milano" ci ha presentato questo risotto con fondente di cipollotto di Tropea con mousse di Provolone del Monaco e riduzione di vino Aglianico....spettacolare!

3) ANDREA BESUSCHIO

Di lui ho già detto tutto....ma non vi ho detto di cosa è riuscito a fare a Identità Golose per un "Risotto per Milano"...
Il suo So-Riso croccante è stato davvero un trionfo. E Andrea lo introduce così: "Dal riso al latte, prende forma un cubetto croccante e profumato all'arancia e cannella. Accompagnato da una composta di pere e un sorbetto di mascarpone. Un incontro soave di strutture, di temperature per arrivare al So-Riso".

Io e Andrea a "Un risotto per Milano"
Il So-Riso croccante di Andrea Besuschio

1) Quadrotti di riso al latte dolce:
  • 180 gr di riso Carnaroli
  • 800 gr di latte intero fresco
  • 35 gr di panna fresca 35%
  • 45 gr di zucchero semolato
  • 3 gr di stecca di vaniglia polinesiana
  • 23 gr di cannella in stecche
  • 1 gr di sale di Maldon
  • 2 gr di zest di arancia fresco
In una casseruola mettere il riso, coprirlo di acqua fredda. Portare il tutto a bollore. Raffreddare bene sotto l'acqua fredda corrente per togliere l'amido in eccesso. In un'altra casseruola mettere il latte e aggiungere i restanti ingredienti. Portare a 60° e lasciare in infusione per almeno 20 minuti. Unire il riso al latte e cuocere per almeno 8 minuti dall'inizio del bollore. Scolare il riso e ridurre per qualche minuto il liquido. Unire il tutto e lasciar raffreddare.

2) Composta di pere caramellate:
  • 1 kg di pere Williams
  • 50 gr di burro
  • 100 gr di zucchero semolato
  • 70 gr di acqua
Lavare, sbucciare e tagliare le pere a dadini. Realizzare un caramello secco con lo zucchero, deglassare con il burro, aggiungere le pere e l'acqua. Cuocere a fuoco moderato fino ad ottenere una composta. Conservare in frigo.

3) Sorbetto Mascarpone e Vaniglia:
  • 1362 gr di acqua minerale
  • 360 gr di zucchero semolato
  • 120 gr di glucosio atomizzato
  • 60 gr di zucchero invertito
  • 247 gr latte scremato in polvere
  • 12 gr stabilizzante SE 64
  • 840 gr di mascarpone
  • 12 gr di stecca di vaniglia polinesiana
Unire allo stabilizzante dello zucchero semolato. Unire all'acqua il latte in polvere e scaldare a 20°. Aggiungere quindi lo zucchero invertito e scaldare a 25°. Unire quindi il glucosio.
A 45° aggiungere lo zucchero con lo stabilizzante.
Portare il tutto a 82/84°, aggiungere la vaniglia e far marinare e raffreddare per almeno 6 ore. Riscaldare la base a 35° ed emulsionare con il mascarpone freddo. Mantecare.

4) Impanatura:
  • 100 gr di farina di mandorle
  • 100 gr di pane bianco essiccato
  • 45 gr di farina di mais
  • 1 uovo
  • 1 l di olio di riso
Portare l'olio a 180°, immergere i quadrotti di riso e latte, che avrete impanato passandoli prima nell'uovo sbattuto e nelle farine/pane. Friggere fino ad ottenere una crosta dorata croccante e omogenea. Scolare e posizionare su una carta paglia.

5) Presentazione:

Posizionare tre quadrotti in modo armonioso nel piatto. Dressare la composta di pere, terminare con una chenelle di sorbetto. Decorare con una foglia d'oro sul sorbetto.

Non può essere stato un caso che sia toccato a me presentare questa ricetta rivisitata di Riso e Latte che, come potete vedere in questo post, pubblicato in tempi non sospetti, veniva eletto come piatto della felicità!!


Non mi resta che ringraziare tutti gli organizzatori di questo evento, Paolo Marchi in primis, la Magentabureau per lo splendido lavoro, e Elisa Pella in particolare...grazie anche a tutte le foodbloggers che hanno condiviso con me questa magnifica esperienza!!!

sabato 29 gennaio 2011

PASTICCERIA BESUSCHIO

Pasticceria Besuschio

Enoteca annessa alla Pasticceria

Come avere più 165 anni e non sentirli...

1845: questo è l’anno in cui la Pasticceria Besuschio ha aperto per la prima volta i suoi battenti. E da allora è sempre stata lì, fiera e accogliente, in piazza Marconi ad Abbiategrasso, e sebbene nella sua storia si sia rinnovata, ampliata, rimodernata, è riuscita a conservare sempre un alone di sacralità che tutti questi anni di onorata attività le hanno conferito.

E quest'atmosfera calda e luminosa avvolge come un abbraccio d'altri tempi gli avventori che, come me, varcano la soglia della pasticceria sull'imbrunire di una gelida sera di gennaio, in ricerca di calore e conforto che non tardano ad arrivare grazie al sorriso della signora Besuschio e ai piccoli scrigni di golosità disposti con maestria nel bancone. La solita clientela affezionata si accomoda sicura al solito posto e si mescola ai nuovi avventori, giunti fin qua spinti dalla fama e dalla genialità del maestro cioccolatiere Andrea, che ha saputo sapientemente raccogliere il testimone dell'indimenticato papà Attilio e continuare una storia fatta di genuinità e estro, di tradizione e passione secolare...

Andrea Besuschio

Andrea è proprio come te lo aspetti: realista, deciso, ancorato profondamente nella sua realtà, di una semplicità disarmante ma con la testa che va a mille. Lo guardi e sai che per lui ciò che conta veramente è la faccia soddisfatta della clientela che riesce ogni volta a stupire con le sue creazioni che fanno volare ad un metro da terra.

Andrea ha capito la sua strada molto presto, il dna non mente. In più il profumo del laboratorio è un richiamo troppo forte per lui. Pochi anni nel marketing e poi, impugnati i ferri del mestiere, formazione presso lÉcole du Grand Chocolat di Tain l’Hermitage con maestri come Pascal Brunstein, Frédéric Bau, Yann Duytsche. Grazie a questi mostri sacri e ad un'innata creatività, Andrea ha saputo reinventare la sua attività con uno stile proprio improntato alla genuinità e alla qualità delle materie prime: il ripudio di tutto ciò che sa di industriale e artificiale e un'attenzione particolare verso i prodotti del territorio sono dei capisaldi della filosofia dei Besuschio.

Colossale forno storico della pasticceria (50.000 mattoni!!)

Forte di una tradizione familiare senza pari (papà Attilio vanta nel suo curriculum 2 dolci brevettati) e sostenuto da una grande padronanza tecnica acquisita alla scuola Valrhona, Andrea ha imparato che la tradizione va cullata, ma allo stesso tempo nutrita passando ore e ore in laboratorio, con i collaboratori più fidati, a sperimentare, asssaggiare, rifare, rimaneggiare. Questa continua tensione verso la perfezione è sicuramente uno dei tratti che maggiormente contraddistinguono Andrea. E non è difficile immaginarselo in laboratorio a temperare il cioccolato con una cura quasi maniacale, accostando sapori e profumi che magari ha attinto dall'antico taccuino di ricette dei suoi predecessori oppure che la sua genialità gli ha suggerito.

E il frutto di cotanta passione non rimane chiuso in laboratorio, come in una torre d'avorio ma viene regalato al pubblico. La terza domenica di ottobre, in occasione della festa patronale, Andrea ha un appuntamento con la sua città: presenta le novità, le ricette messe a punto dopo mesi di prove e controprove. Ed ecco apparire nuove praline, lievitati, dolci da viaggio, gusti di gelato, pasticcini, biscotteria.

Quest’anno è stato l’anno di 4 tipi di dragées: Notty, Mandy, Salty, Coffy

Le novità: le dragées (Mandy, Salty, Notty)

Mandy: Mandorle, crema di mandorle,cioccolato bianco Ivoire, the verde Matcha, wasaby, zucchero a velo, burro liquido-----> Inaspettato

Salty: Arachidi, cioccolato al latte Orizaba, pasta di arachide, sale di Pirano, vaniglia Bourbon------> contrastante

Notty: Nocciole Piemonte IGP, cioccolato al latte, pasta nocciola, olio essenziale di limone, cannella in polvere, zucchero a velo, cacao in polvere, vaniglia Bourbon ------> confortante

Oltre alle dragées, quest'anno è stato presentato un nuovo lievitato: ritagli di marroni della Val di Susa, limone candito, fava tonka, bacca di vaniglia di Tahiti...CraKelé...Una morbidezza davvero d'altri tempi.

CraKelé: farina, zucchero, burro, tuorli, marroni canditi, limone candito, nocciola, vaniglia Tahiti, fava di Tonka

Insomma ormai l'avrete capito: il connubio tradizione e innovazione è vincente da Besuschio e Andrea con la sua maestria tecnica e la sua fantasia è un vincitore.

Pasticceria Besuschio

piazza Marconi, 59, Abbiategrasso (Milano) - ITALIA

Telefono: +39.02.94966479

Vi aspetto domani a WineLove per un Risotto per Milano dove Andrea presenterà il suo So-riso croccante: riso e latte cotto in infusione nella cannella e nella scorza d’arancio, reso di forma quadrata e poi impanato in una panure di pane bianco, farina bianca e farina di mandorle e fritto nell’olio di riso. Il tutto accompagnato da una composta di pere e da una pallina di gelato al mascarpone di Abbiategrasso e vaniglia

Gli chef
I Foodblogger che li presenteranno

domenica 23 gennaio 2011

IDENTITA' GOLOSE - UN RISOTTO PER MILANO - WINELOVE

E mentre la maggior parte di noi ancora stava ritrovando i ritmi giusti per rientrare in carreggiata dopo i bagordi delle feste natalizie, Paolo Marchi e il suo team aveva già messo a punto il programma - e che programma!!! - della nuova edizione di Identità Golose, il congresso italiano della cucina d'autore arrivato alla sua 7^ edizione che si svolgerà a Milano presso il Milano Convention Centre in via Gattamelata 5 il 30 e 31 gennaio...neanche tra una settimana!!!

Chi di voi ci sarà??? Lasciate a casa figli, consorti, concubini e badanti e venite...non potete mancare!!!
E' un'occasione da perderci la testa, sembra di essere in un mondo surreale: ti giri a sinistra e incontri lo chef stellato che è il tuo mito, non fai in tempo a girarti a destra e intravedi quella foodblogger che segui da così tanto tempo. In più si respira quell'atmosfera frizzantina generata dalle tante menti brillanti riunite assieme per l'occasione dal sapiente Paolo Marchi, perfetto padrone di casa.
Insomma Identità Golose ha tutte le carte in regola per essere un concentrato di inaspettate emozioni e di altrettanto inattese scoperte...

Anche perchè Identità Golose è un po' come una matrioska: una manifestazione con al suo interno un'altra manifestazione (WineLove) e al suo interno un altro evento (Un risotto per Milano), a cui partecipo anch'io in prima persona (insieme a Babs, le Sorelle in Pentola, Sandra di "Un tocco di zenzero", Lydia di "Tzatziki a colazione", Genny di "Al cibo commestibile" e molte altre....) Insomma un'occasione irripetibile, ma vi svelerò tutto nel mio prossimo post!!!

No, dai, non sono così crudele, percio' non vi lascerò così a bocca asciutta: allora un assaggio del programma di "Un risotto per Milano", che si svolgerà sia per le vie meneghine, sia all'interno del Milano Convention Centre, sede di Identità Golose.

In giro per la città:

- Marchesino (patron Gualtiero Marchesi): chef Daniel Canzian
dalle 12 alle 15 in piazza della Scala, angolo via Filodrammatici 2
- Peck: chef Ferdinando Martinotti
dalle 16.30 alle 19.30 in via Spadari 9
- Peck Italian Bar: chef Matteo Pisciotta (chef del ristorante Luce di Varese)
dalle 16.30 alle 19.30 in via Cantù 3
- Trussardi alla Scala: chef Andrea Berton
dalle 17.30 alle 19.30 in piazza della Scala 5
- Park Hyatt: chef Filippo Gozzoli
dalle 18:00 alle 20:00 in via Tommaso Grossi 1

All'interno del Milano Convention Centre (via Gattamelata 5):

Sabato 29 gennaio
ore 16 chef Cesare Battisti (Ratanà)
• ore 18 chef Matias Perdomo (Al Pont de Ferr)
• ore 20 chef Matteo Torretta (Resort Feudi della Medusa – S. Margherita di Pula CA)

Domenica 30
• ore 12 chef Daniel Canzian (Il Marchesino)
• ore 14 chef Viviana Varese (Alice)
• ore 16 chef-pasticcere Andrea Besuschio (Pasticceria Besuschio – Abbiategrasso)
• ore 18 chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani (Il Luogo di Aimo e Nadia)

Lunedì 31
• ore 11 chef Christian e Manuel Costardi (Cinzia – Da Christian e Manuel - Vercelli)
• ore 13 chef Stefano Deidda (Il Corsaro - Cagliari)

Non vi ho fatto venire fame????

Allora non vi resta che prenotare i vostri risotti o:

- per prevendita telefonica: numero verde 800 825 144

- Oppure prevendita dal 25 gennaio presso URBAN CENTER MILANO, galleria Vittorio Emanuele 11/12 dalle 8 alle 18 (il 29 dalle 11 alle 20)

Il ricavato della vendita dei risotti preparati da questi 15 chef (8 euro al piatto...ecchessaràmmmai!!!) andrà alla Anlaids sezione Lombarda.

L'appetito vien mangiando....

(...to be continued.....)



domenica 16 gennaio 2011

SCHIACCIATA GLARONESE AL BURRO


Lo ammetto, i lievitati sono il mio tallone d'Achille.
Sembra che facciano apposta, gli impasti, a gonfiarsi magistralmente per poi fregarmi e appiattirsi senza ritegno,
E nonostante abbia ripercorso i miei gesti a ritroso mille volte, non ho mai capito dove sbagliassi: il lievito di birra non è mai ammuffito, la temperatura in casa è quella giusta e il mio ottimismo è ai massimi livelli. Insomma, gli ingredienti per una buona riuscita ci sono sempre tutti, e invece niente, la solita massa floscia.

E anche per questa torta lievitata ho dovuto fare due tentativi. Il primo, manco a dirlo, si è rivelato un fallimento: torta mangiabile solo per la bontà del ripieno.
Il secondo invece è stato davvero un successo! E sull'onda di questa soddisfazione personale, permettetemi di inserire in questo post (per me stessa principalmente) le golden rules per ottenere una pasta lievitata degna di questo nome!

Un'ultima cosa sulla ricetta: se non sbaglio prende il suo nome dal cantone svizzero di Glarona. In realtà la ricetta che più si avvicina a questa preparazione si chiama Glarner Birnbrot, ovvero "pane glaronese alle pere". Il nome stesso indica la presenza di pere (ridotte in purea) nell'impasto e rinvia anche alla forma della torta che assomiglia proprio ad una ciabatta, che se tagliata rivela un'ampia superficie di ripieno racchiuso in una sfoglia sottile di pasta lievitata.

In attesa di assaggiare l'originale, mi gongolo nel risultato di questa!

SCHIACCIATA GLARONESE AL BURRO (ricetta dello chef pasticcere Claudio Venturini, appresa durante il suo corso di pasticceria presso Casa di Mela)

La preparazione si divide in 3 parti:

1) preparazione della biga
2) del ripieno
3) dell'impasto

Ingredienti per la biga:
  • 25 gr di lievito di birra
  • 7g gr di latte
  • 25 gr di zucchero
Procedimento:
Fate sciogliere il lievito di birra sbriciolato nel latte e fate lievitare la biga per 30 minuti fino al raddoppio del volume.

VADEMECUM PER LIEVITATI DA PAURA:
1) controllare il colore del lievito: anche se non è ancora scaduto, parliamo di cellule vive, e quindi un colore verdognolo è già indice di un certo decadimento
2) il lievito deve essere freddo di frigo
3) non scaldate mai il liquido: di certo la biga lievita prima, ma lievita male per la troppo CO2 che si viene a formare
4) mai mettere a diretto contatto sale e zucchero: lo zucchero serve ad attivare il lievito, e il sale contrasterebbe questa azione
5) il luogo in cui lievita deve non deve essere nè umido nè troppo caldo: lasciar lievitare coperto da canovaccio a temperatura ambiente o addirittura in un forno tiepido ( e spento!)

Ingredienti per il ripieno:
  • 75 gr di uvetta
  • 50 gr di vino bianco secco (la ricetta svizzera prevede vino rosso)
  • 25 gr di arancia candita a cubetti
  • 2/3 gr di cannella
  • 25 gr di zucchero
  • 50 gr di burro
Procedimento:
Fate bollire a fiamma dolce per una decina di minuti il tutto e comunque fino alla totale evaporazione del vino.
In realtà io ho anche aggiunto qualche dattero (le feste natalizie sono finite!!!) e dei pinoli, nulla vieta di aggiungere prugne o albicocche disidratate, fichi, cedro candito...e chi più ne ha più ne metta!
L'ideale sarebbe preparare il ripieno il giorno prima. In ogni caso il ripieno deve essere freddo prima di essere inserito nella pasta lievitata.

Ingredienti per l'impasto:

  • 250 gr di farina 0
  • 100 gr di zucchero
  • 2,5 gr di sale
  • 50 gr di latte a temperatura ambiente
  • 100 gr di burro a temperatura ambiente
  • 1,5 gr di cannella
  • 1/2 bacca di vaniglia
  • 1 arancia grattugiata
  • 1 uovo e zucchero per spennellare la superficie
Preparazione:
Impastate la biga con una parte di zucchero, il latte e la farina. Aggiungete l'altra parte di zucchero, il sale, la cannella e per ultimo il burro. Impastate velocemente per non scaldare l'impasto.
Infatti l'impasto deve essere: liscio, fresco e non appiccicoso.

Fate lievitare l'impasto per circa 10 minuti coperto da straccio non umido e poi dividete la pasta in 2 parti uguali formando due palle.

Lasciate lievitare un poco e poi stendete i due dischi a 5 mm di spessore.

Mettete uno strato di ripieno già freddo su una schiacciata. Inumidite il bordo con uovo sbattuto, richiudete con l'altro disco di pasta. Premete sui bordi per saldare bene e lasciate lievitare per altri 20 minuti, facendo dei buchi sopra con i rebbi di una forchetta.

Spennellate la superficie con uovo sbattuto e cospargete con zucchero semolato. Lasciate lievitare per altri 15 minuti e infine informate a forno caldo a 200°C per 30 minuti per 500 gr di pasta.

martedì 11 gennaio 2011

CARPACCIO DI FUNGHI PORCINI CON TROILLET

State tranquilli: "Troillet" non è un parolaccia...
Lo so che la maggior parte di voi sta pensando che mi sia inventata di sana pianta questo termine...In realtà chi è familiare con la Val d'Aosta sa a cosa mi riferisco: ovvero al residuo solido della pressatura delle noci durante la produzione dell'olio alle noci (il termine deriverebbe infatti da torchio).
E' proprio quella "cosa" in alto a sinistra della fotografia che assomiglia ad un sasso. In effetti potrebbe essere interpretato come un prop messo lì per abbellire la foto oppure potrebbe essere scambiato facilmente per un'arma impropria... Niente di tutto ciò: è solo un agglomerato, un concentrato di noci.
Ho comprato la "cosa" ad una bancarella a Saint Vincent questa estate e finora mi ero sempre limitata ad osservarla con circospezione, pensando a come utilizzarla. Mi ricordo però che la ragazza della bancarella, vedendomi un po' spaesata, mi aveva detto che poteva essere utilizzato per preparare un pane che veniva consumato durante la Quaresima. Ma siccome io
1) non ho trovato nessuna ricetta in merito
2) sono una schiappa con i lievitati
ho deciso di impiegare la "cosa" seguendo il secondo consiglio della ragazza della bancarella, ovvero unito all'olio e ad altri condimenti per insaporire carpacci. Nel mio caso, però, niente carpacci di carne, bensì un bel carpaccio di funghi porcini, che personalmente adoro.
CARPACCIO DI FUNGHI PORCINI CON TROILLET
Ingredienti:
  • funghi porcini
  • insalata mista
  • olio evo, sale, pepe, limone
  • troillet
Procedimento:
La cosa più lunga e perigliosa di questa insalata è la pulitura dei funghi.
Mi raccomando: che non vi venga in mente di lavarli sotto l’acqua corrente. Basta spazzolarli e pulirli utilizzando un panno umido, avendo cura di tagliare prima con un coltellino la parte di gambo sporca di terra. Raschiate se necessario la cappella o la parte interna del gambo per togliere tutta la sporcizia.
Una volta puliti, vi consiglio di non staccare la cappella dal gambo ma di affettarli interi dalla parte della lunghezza, così che le fettine ottenute mantengano la sagoma del fungo.
Preparate a questo punto il condimento: buon olio evo, sale, pepe macinato fresco, qualche goccia di limone, del troillet sbriciolato.
Disponete i funghi affettati a raggiera su dell'insalata mista fresca e cospargeteli con il condimento appena preparato.
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