domenica 27 novembre 2011

PLUMCAKE AUTUNNALE



Siamo solo a fine novembre, quindi teoricamente ci sarebbero ancora una ventina di giorni prima del fatidico solstizio d'inverno, quando diremo addio all'autunno e accoglieremo la nuova stagione.
Nonostante ciò, ho come l'impressione che l'autunno sia quasi agli sgoccioli...
Sarà colpa di tutta questa atmosfera natalizia che ci invade ormai così prepotentemente già dopo l'archiviazione del pranzo di ferragosto???
Non saprei, ma anno dopo anno ho la sensazione sempre più forte che questa sia una stagione strizzata, compressa, attanagliata da una parte dall'irrefrenabile voglia di un'eterna estate e dall'altra dalla prematura avanzata delle strenne natalizie.
Io, invece, siccome la trovo una stagione deliziosa per la sua malinconia e per i suoi colori, le rendo omaggio con questo gustoso plumcake che racchiude un po' dei suoi sapori.

PLUMCAKE AUTUNNALE (ricetta originale di Claudio Venturini)

Ingredienti:
  • 220 gr di burro
  • 250 gr di zucchero a velo
  • 4 tuorli
  • 2 uova intere
  • 20 gr di farina di mandorle
  • 200 gr di farina bianca 00
  • 100 gr di fecola
  • 150 gr di uvetta sultanina
  • 100 gr di fichi essiccati
  • 1/4 mela renetta
  • 1/4 pera William
  • 100 gr di castagne cotte al forno e spelate
  • 2 gr di lievito chimico
  • scorza di un'arancia non trattata
  • limoncello q.b
Procedimento:


1. Montate a bassa velocità nella planetaria il burro morbido con lo zucchero a velo.

2. Sbattete leggermente i 4 tuorli con le 2 uova intere e versateli a filo nella crema di burro e zucchero, facendo attenzione che le uova vengano incorporate gradualmente.

3. Togliete la ciotola dalla planetaria e unite le farine e il lievito setacciati, mescolando a mano dal basso verso l'alto.

4. Tagliate lo spicchio di mela e lo spicchio di pera a cubetti piccolissimi.
Fate lo stesso con i fichi essiccati e le castagne e poi uniteli al composto e grattugiate la scorza di un'arancia non trattata.

5. Versate l'impasto nello stampo da plumcake foderato con carta forno.

6. Bagnate la mano con il limoncello e praticate un solco per il lungo fino a quasi toccare il fondo dello stampo. Il liquore in cottura aiuterà il plumcake a lievitare, perchè con il calore evaporerà, formando la classica crepa lungo il plumcake.

E' buonissima come ricca colazione, oppure come dessert accompagnato da una pallina di gelato alla vaniglia.

Con questa ricetta partecipo, sul filo del rasoio, al contest "Torta d'autunno" di Semplicemente Pepe Rosa e Mama Shabby


domenica 13 novembre 2011

RISOTTO CON TOMINO, SPECK E GRAPPA


Chi l'ha mai detto che il risotto va sfumato solo con vino, rosso o bianco a seconda dei casi?
A casa mia per questo risotto abbiamo rinunciato al solito bicchiere di vino ed optato per la grappa...
Una grappa non aromatizzata, morbida, che dà una sferzata in più al risotto che rischierebbe di essere troppo monocorde, visto la predominanza del sapore del tomino.

Di solito la sfumata di vino è un passaggio fondamentale per la preparazione di un risotto come Dio comanda, perchè conferisce una nota acidula al riso. In questo caso l'omissione del vino non toglie nulla al risotto in termini di aroma: dopo la completa evaporazione della componente alcolica, anche la grappa rilascia delle piacevoli reminescenze di vinaccia e il risotto acquista anche un profumo decisamente particolare.

Un piatto di sicuro successo, se riuscite a non esagerare con la grappa...

RISOTTO CON TOMINO, SPECK E GRAPPA

Ingredienti (x 6 persone):
  • 450 gr di riso arborio
  • brodo di carne
  • 2 tomini
  • 1 fetta di speck alta 5 mm
  • mezzo bicchiere di grappa non aromatizzata
  • burro
  • sale e pepe qb
Procedimento:

1. Fate tostare il riso nel burro, sfumate con la grappa e quando tutto l'alcol sarà evaporato iniziate a bagnare il risotto poco alla volta con il brodo di carne.

2. Verso fine cottura aggiungete il tomino a tocchetti, lasciando anche la crosta.

3. Salate e pepate il risotto.

4. Tagliate lo speck a listarelle e fatele rosolare in una padella calda.
Quando lo speck sarà croccante, toglietelo dal fuoco e versatene metà nel risotto, mentre l'altra verrà usata per la decorazione.

domenica 6 novembre 2011

CASSOEULA


Ogni famiglia ha i suoi riti. 


A casa mia il 1° di novembre si mangia la Casseoula, cascasse il mondo.


Per chi non la conoscesse, la Casseoula (si pronuncia /kaˈzːøla/, se non ci riuscite al primo colpo non vi preoccupate, ne ho sentite di tutti i colori ahahah) è un piatto invernale della tradizione contadina milanese, o in senso lato lombarda.
Tanto per intenderci si tratta di una sorta di stufato di verze con carne di maiale, di cui si usano quasi tutte le parti: oltre a quelle "canoniche" si usano anche cotenna, musino, piedini, codino e orecchiette del povero suino.
Detta così sembra un piatto un po' macabro, o per lo meno pesantuccio.
In effetti non è una di quelle cose che si possono mangiare ad agosto sotto l'ombrellone, ma bisogna ammettere che è un degno sostituto di un caldo e avvolgente spezzatino, che ti coccola lo stomaco quando fuori dalla finestra il cielo è grigio e spento.


Si dice che probabilmente il piatto fosse preparato a conclusione del periodo della macellazione del maiale, verso la festa di Sant'Antonio il 17 gennaio, e che l'utilizzo degli scarti fosse un lusso concesso ai poveri contadini che potevano così insaporire la verza stufata, elemento basilare della cucina contadina nel periodo invernale.


Vi parlavo appunto di riti famigliari. A casa mia la casseoula in effetti non è un piatto destinato solo al 1° di novembre: chi mi conosce sa che la mia nonnina (è proprio lei) che vive con noi da sempre ha via libera alla mia cucina ogni mercoledi sera per prepararci a rotazione i piatti della tradizione milanese: casseoula, trippa, peperonata.
La nonnina ci va giù leggera diciamo.
Ma è tanto contenta quando vede che noi ci mangiamo tutto, che è un peccato interrompere questo rito adducendo a problemi di digestione o al colesterolo galoppante. Non capirebbe e lo prenderebbe come un'offesa personale.
D'altronde lei è campata 80 anni mangiando in questo modo, e io ci credo quando ci dice che la casseoula "l'ha mai masà nisun" (traduco: non ha mai ammazzato nessuno)...
E noi non possiamo che apprezzare questo rito e sopportare il fatto che per almeno 2 giorni andremo in giro per casa con gli abiti che "profumano" di verza, eheh.


E voi, qual è il piatto rituale a casa vostra?


Ora vi lascio con la ricetta dettatami passo passo (in dialetto, ovviamente) dalla nonna. E siccome temo il confronto, devo ammettere che non l'ho mai preparata finora, perciò la meraviglia che vedete in foto è ancora una volta opera sua!


CASSOEULA

Ingredienti (per 6 persone, abbondante):
  • 1 fetta di pancetta tesa alta 5 mm
  • 1/2 bicchiere di olio
  • 1 cipolla
  • 18 costine
  • qualche pezzo di cotenna di maiale
  • Opzionale: salsiccette, musetto, piedino o codino di maiale a pezzi
  • 100 ml di salsa di pomodoro
  • 1/2 bicchiere di vino rosso per sfumare
  • 1 gamba di sedano
  • 1 o 2 verze
  • acqua qb
  • sale qb
Procedimento:

1. Tagliate la cipolla finemente e fatela soffriggere nell'olio (non cercate di renderlo un piatto dietetico, quindi non cercate di risparmiare sull'olio!!) in una casseruola capiente.


2. Fate rosolare la carne e sfumate con mezzo bicchiere di vino rosso. Aggiungete la salsa di pomodoro e salate.


3. Tagliate il sedano grossolanamente e buttatelo insieme alla carne. Versate due mestoli di acqua e fate cuocere a fuoco basso per 1 ora con il coperchio. Mescolate continuamente perchè man mano che l'acqua evapora la carne rischia di attaccarsi al fondo della pentola. Una volta che l'acqua è evaporata e la carne è cotta, togliete i pezzi di carne dalla pentola e occupatevi della verza.


4. Togliete la nervatura centrale delle foglie delle verze e tagliatele a listarelle. Se le verze sono troppo dure fatele bollire preventivamente.
Buttate le verze nella casseruola e fatele stufare nel condimento. Salate e lasciatele cuocere per almeno 2 ore.


5.Ributatte ancora dentro la carne per farla insaporire almeno un quarto d'ora insieme alle verze.


6. Servite la cassoeula bollente con polenta.

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