domenica 6 novembre 2011

CASSOEULA


Ogni famiglia ha i suoi riti. 


A casa mia il 1° di novembre si mangia la Casseoula, cascasse il mondo.


Per chi non la conoscesse, la Casseoula (si pronuncia /kaˈzːøla/, se non ci riuscite al primo colpo non vi preoccupate, ne ho sentite di tutti i colori ahahah) è un piatto invernale della tradizione contadina milanese, o in senso lato lombarda.
Tanto per intenderci si tratta di una sorta di stufato di verze con carne di maiale, di cui si usano quasi tutte le parti: oltre a quelle "canoniche" si usano anche cotenna, musino, piedini, codino e orecchiette del povero suino.
Detta così sembra un piatto un po' macabro, o per lo meno pesantuccio.
In effetti non è una di quelle cose che si possono mangiare ad agosto sotto l'ombrellone, ma bisogna ammettere che è un degno sostituto di un caldo e avvolgente spezzatino, che ti coccola lo stomaco quando fuori dalla finestra il cielo è grigio e spento.


Si dice che probabilmente il piatto fosse preparato a conclusione del periodo della macellazione del maiale, verso la festa di Sant'Antonio il 17 gennaio, e che l'utilizzo degli scarti fosse un lusso concesso ai poveri contadini che potevano così insaporire la verza stufata, elemento basilare della cucina contadina nel periodo invernale.


Vi parlavo appunto di riti famigliari. A casa mia la casseoula in effetti non è un piatto destinato solo al 1° di novembre: chi mi conosce sa che la mia nonnina (è proprio lei) che vive con noi da sempre ha via libera alla mia cucina ogni mercoledi sera per prepararci a rotazione i piatti della tradizione milanese: casseoula, trippa, peperonata.
La nonnina ci va giù leggera diciamo.
Ma è tanto contenta quando vede che noi ci mangiamo tutto, che è un peccato interrompere questo rito adducendo a problemi di digestione o al colesterolo galoppante. Non capirebbe e lo prenderebbe come un'offesa personale.
D'altronde lei è campata 80 anni mangiando in questo modo, e io ci credo quando ci dice che la casseoula "l'ha mai masà nisun" (traduco: non ha mai ammazzato nessuno)...
E noi non possiamo che apprezzare questo rito e sopportare il fatto che per almeno 2 giorni andremo in giro per casa con gli abiti che "profumano" di verza, eheh.


E voi, qual è il piatto rituale a casa vostra?


Ora vi lascio con la ricetta dettatami passo passo (in dialetto, ovviamente) dalla nonna. E siccome temo il confronto, devo ammettere che non l'ho mai preparata finora, perciò la meraviglia che vedete in foto è ancora una volta opera sua!


CASSOEULA

Ingredienti (per 6 persone, abbondante):
  • 1 fetta di pancetta tesa alta 5 mm
  • 1/2 bicchiere di olio
  • 1 cipolla
  • 18 costine
  • qualche pezzo di cotenna di maiale
  • Opzionale: salsiccette, musetto, piedino o codino di maiale a pezzi
  • 100 ml di salsa di pomodoro
  • 1/2 bicchiere di vino rosso per sfumare
  • 1 gamba di sedano
  • 1 o 2 verze
  • acqua qb
  • sale qb
Procedimento:

1. Tagliate la cipolla finemente e fatela soffriggere nell'olio (non cercate di renderlo un piatto dietetico, quindi non cercate di risparmiare sull'olio!!) in una casseruola capiente.


2. Fate rosolare la carne e sfumate con mezzo bicchiere di vino rosso. Aggiungete la salsa di pomodoro e salate.


3. Tagliate il sedano grossolanamente e buttatelo insieme alla carne. Versate due mestoli di acqua e fate cuocere a fuoco basso per 1 ora con il coperchio. Mescolate continuamente perchè man mano che l'acqua evapora la carne rischia di attaccarsi al fondo della pentola. Una volta che l'acqua è evaporata e la carne è cotta, togliete i pezzi di carne dalla pentola e occupatevi della verza.


4. Togliete la nervatura centrale delle foglie delle verze e tagliatele a listarelle. Se le verze sono troppo dure fatele bollire preventivamente.
Buttate le verze nella casseruola e fatele stufare nel condimento. Salate e lasciatele cuocere per almeno 2 ore.


5.Ributatte ancora dentro la carne per farla insaporire almeno un quarto d'ora insieme alle verze.


6. Servite la cassoeula bollente con polenta.

2 commenti:

  1. Cassoeula...fantasticaaaaaaaa!
    Da buona milanese doc non posso che andarne matta...

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  2. E' bello avere dei piatti tipici, quelli che se non venissero preparati non sembrerebbe festa!! Bella ricetta! Un abbraccio

    RispondiElimina

Venghino signori venghinio...Il mio salotto, ops la mia cucina è aperta a tutti!!! Grazie per essere passati di qua...

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