Non so perchè, ma quando penso a qualcosa che mi rende felice, quel "qualcosa" è quasi sempre associato alla mia infanzia... Non che la mia vita dapprima da adolescente, poi da giovane ed infine da "adulta"(a 25 anni non saprei ancora come definirmi...) mi abbia riservato dei momenti tristi e cupi, anzi. Ma cio' nonostante se chiudo gli occhi e richiamo alla memoria momenti felici come minimo l'80% dei ricordi che mi si ripropongono di default sono ricollocabili durante i miei primi anni di vita...e i miei primi anni di vita come figlia unica di genitori anch'essi figli unici li ho passati amorevolmente curata (leggi: viziata) dalla nonna materna, donna straordinaria capace di affetto incondizionato e inesauribile.
Se chiudo gli occhi e ripenso ai quei momenti mi balza subito agli occhi il candore quasi innaturale di un piatto che la nonna era solita prepararmi: riso e latte. Nonostante non fossi un'amante del latte in sè (nei miei geni la preferenza per il thè era già ben marcata), il riso e latte era un piatto che adoravo mangiare, specie nelle fredde giornate invernali quando il grigiore fuori dalla finestra rendeva una bambina iperattiva come me depressa e repressa come un animale in gabbia. E ciò che me lo faceva amare ancora di più era il piacere sottile che derivava dal fatto che nessuna delle mie amichette aveva una nonna o chi per essa che preparasse loro un piatto simile: anzi strabuzzavano incredule gli occhi e alcune torcevano il naso quando raccontavo loro di questo risotto salato fatto con un ingrediente comunemente associato al rito della colazione.
Con il passare del tempo e con la crescita della mostriciattola che ormai aveva sempre meno bisogno di un apporto così vigoroso di calcio, il piatto è letteralmente caduto in disuso e la nonna non lo riproponeva più se non nei rari momenti in cui la nipotina ritornava a sentirsi un animale in gabbia nelle fredde giornate invernali...e tutto ciò con mio grande cruccio, visto che da quando nonna non c'è piu', non sono piu' riuscita a reperire le proporzioni giuste di latte e riso che contraddistinguevano la cremosità del suo riso.
Non si potrebbe proprio definirlo un comfort food, categoria che io associo soprattutto ai dolci, ma personalmente lo considero un "concentrato di amore incondizionato". Di sicuro è un di quei piatti che non riproporrei mai ad una cena, ma sono sicura che sarei capace di rifarlo e rifarlo per i miei cari nei giorni in cui le mie dimostrazioni di affetto languono...
Un piatto di riso e latte come dichiarazione di amore? Non ci avevo mai pensato, ma perchè no?
- 200 gr di riso
- 1 litro di latte
- sale
- 2 noci di burro
Un breve racconto all'insegna della nostalgia e della tenerezza, da cui emerge un amore più forte del tempo e della morte... quello tra una nonna e la sua nipotina. Bellissimo, delicatissimo post. Se un giorno avrò una nipotina, le preparerò questo "riso e latte della felicità". Chissà, magari ha in sè qualcosa di magico, visto che crea rapporti amorevoli ed indissolubili :-)
RispondiEliminaHo sempre associato (e mangiato) il riso e latte a qualcosa di dolce, non conoscevo questa versione salata... che bello questo post!
RispondiEliminaParticolare come preparazione, anche io la associo sempre al dolce!
RispondiEliminaGrazie per aver partecipato!
serena.... siam proprio figlie della stessa zona :-) anche la mia nonna mi preparava il riso e latte in versione salata, che, per altro, prediligo a quello dolce.
RispondiEliminae da brava mamma, non so quante volte l'ho fatto ai miei figli, ma credimi, non aveva il sapore di quello che mangiavo io....
un bacione
b
Mi è piaciuto tanto questo racconto malinconico e dolce *_*
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